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Quante cenerentole ci sono in sala?

“… E tutti vissero felici e contenti”.
Come tutte le favole anche la storia di Cenerentola si conclude con queste parole.
Ma ha senso, oggi, raccontare una favola la cui prima versione risale al 1544? Evidentemente si, visto che di versioni se ne conoscono centinaia (345 sino al 1892) e che ha ispirato moltissimi scrittori, musicisti, drammaturghi come il Basile che nel 1634 la pubblica a Napoli nel suo “Lo cunto de li cunti”, come Shakespeare che la modifica a suo piacimento per raccontare la storia di Cordelia in Re Lear, come G. Rossini (da cui è stata tratta la nostra versione) e poi ancora i fratelli Grimm, Perrault e, ai giorni nostri, Walt Disney.
Pare evidente che Cenerentola non è una semplice favola, ma una parabola, capace di farci riflettere sul nostro modo di vivere e di pensare.
La favola racconta, come ben si sa, di un patrigno (o matrigna, dipende dalle versioni) e di due sorellastre che - abbagliati dall’ingordigia di arraffare ricchezze e titoli nobiliari - obbligano Cenerentola ad una vita grama e misera.
Ma, di ciò, se ne cura poco Cenerentola, la quale ben sa che “l’essenziale è invisibile agli occhi” - come ci ricorda A. de Saint-Exupéry nel suo “Il piccolo principe” - e ha capito che “la vita è bella come una farfalla a primavera”, e che bisogna viverla con semplicità e gioia.
Ma perché, oggi, “Cenerentola”, e perché l’Anffas di Ragusa ha sentito il bisogno di portare sul palco questa storia in un progetto di teatro integrato?
La risposta a queste domande viene da sola, osservando il lavoro fatto in passato.
Un percorso che ha visto interagire alla pari tutti i partecipanti, anzi che ha stupito i normo-dotati, non solo per l’impegno e l’assoluta serietà con cui i “ragazzi” hanno affrontato le lunghe ed estenuanti prove, ma per le inaspettate e sorprendenti capacità da essi evidenziate.
A dispetto dell’emarginazione a cui spesso sono sottoposti.
Sovente trattiamo chi ci vive accanto come una cenerentola… e basterebbe davvero poco per restituire dignità alla loro vita: solo un po’ di rispetto e considerazione in più.
Esattamente quello che Cenerentola offre ai suoi amici diseredati.

Questo spettacolo da fare tutti insieme può esserne una prova lampante.