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Sotto la guida del regista Franco Giorgio, il laboratorio, alla sua seconda esperienza teatrale, ha portato in scena lo spettacolo “Leggenda D’amore” di Mario Roberto Cimnaghi.
Lo spettacolo è stato preceduto da una Tavola rotonda dal titolo “L’emozione non ha diversità” che grazie anche ad autorevoli interventi, fra questi il Presidente Nazionale, S.E. il Vescovo, ha utilmente sottolineato l’importanza del linguaggio teatrale, che, nella sua funzione sociale e formativa, mette in luce le “diverse abilità”, e ancora una volta ripresenta la richiesta rivolta alla società di mettersi al servizio del disabile nel suo percorso di inserimento.
Lo spettacolo ha riscosso grande successo testimoniato dai numerosi commenti e recensioni sulla stampa locale e nazionale.
 

LEGGENDA D’AMORE I disabili e l’integrazione con il teatro
Recensione dello spettacolo, tratto dalla rubrica “Ribalta d’Autore”, pubblicato su RIDOTTO di Maggio 2002, il mensile di Teatro e Spettacolo della Società Italiana Autori Drammatici.

Riapriamo “Ribalta d’autore” segnalando il testo di Roberto Mario Cimnaghi, a cui Giorgio Prosperi aveva dedicato una splendida presentazione.

“Leggenda d’amore” di Mario Roberto Cimnaghi è andato in scena per la regia di Franco Giorgio con il “Laboratorio Teatrale Integrato” di Ragusa.

Si tratta di un testo di particolare suggestività fantastica, che il regista ha scelto per trarne uno spettacolo interpretato da ragazzi disabili e attori professionisti. Le prove durate tre mesi, hanno portato a compimento un lavoro nel quale il rapporto di integrazione fra mondo di esseri umani “che posseggono abilità diverse” - come definisce i disabili il regista - e mondo del teatro è riuscito perfettamente. “Il testo di Cimnaghi - afferma Franco Giorgio - esemplifica perfettamente la problematica della diversità - da un lato i pesci, i diversi, dall’altro gli uomini, i cosidetti normali, e non sempre è stato facile perché abbiamo cercato di trasformare ogni nostro gesto, ogni nostro pensiero, ogni nostra parola prima in comunicazione e poi in arte, perché ci siamo resi conto che la comunicazione e l’arte rendono migliore la nostra vita e la vita degli altri e può aprire a una nuova coscienza”